Sinossi
“Il Conte di Monte Mario” è un racconto-diario che tratta in modo episodico quanto è accaduto nella vita dell’autore e di tutto ciò che ha attraversato la sua mente.
Il presente dei personaggi del diario, tutti più o meno reali e che prendono spunto da ricordi autobiografici, è immerso in un contesto fantapolitico di un’Italia del futuro, nella quale partiti ed elezioni vengono abrogati. Una legge prevede l’assunzione di deputati e senatori tramite un concorso e la capitale d’Italia diviene Sassari.
L’autore prospetta una soluzione, per quanto improbabile, ai problemi dell’inettitudine politica.
I personaggi principali sono il Conte di Monte Mario e Ipazio, un angelo parcheggiatore.
Leggendo il libro, ci sembra di aver a che fare con un gruppo di amici e di inserirci nelle loro conversazioni di tutti i giorni. L’autore apre inoltre un dialogo interessante sulle tematiche di attualità, anche piuttosto controverse e all’ordine del giorno. Il tutto con tono divertente e linguaggio pieno di ironia e modi di dire coloriti; ricco di citazioni di grandi pensatori e poeti.
Si pone, inoltre, tra le pagine il problema principale della cultura umana, che non è la mancanza di fede ma la mancanza di dubbi.
Anteprima
Roma, un giorno d’inverno
Ipazio è un angelo che mi è stato assegnato, principalmente, per non avere problemi quando devo parcheggiare la macchina. Roma ormai non è più una città, è un garage e un’auto privata non è più solo una comodità, ma a volte è anche un incubo, specie quando cerchi un parcheggio. Al mondo esistono le cose visibili, ma anche quelle invisibili e sconosciute, per fortuna. Se la vita fosse fatta solo di conoscenze scientifiche e condivise, sarebbe un bel problema. Per fortuna però, ogni tanto, nascono delle persone che, con l’invisibile, hanno un buon rapporto. Non solo personaggi come Emanuel Swedenborg o Rudolf Steiner, ma anche gente comune come me. La prima volta che ho avuto occasione di ascoltare le parole di Ipazio avevo diciannove anni e avevo appena preso la patente. Ho avvertito una brezza leggera accarezzarmi il viso, come se una farfalla mi svolazzasse davanti al naso e ho percepito la sua voce. Non ho avuto paura e forse proprio per questo siamo diventati amici. Ipazio, essendo un angelo, è in grado di leggere nel pensiero e oggi mi ha voluto raccontare cosa stava pensando Raffaele, il mio vicino di casa, nonché grande amico, perché – dice Ipazio – sembrerebbe che abbia una buona testa e dovrei prenderlo come esempio; cosa che, tra l’altro, già faccio da tempo.