Michelangelo Severgnini nasce a Crema nel 1974 da padre lombardo e madre pugliese. Frequenta la facoltà di Filosofia presso la Statale di Milano e studia contrabbasso jazz. Nel corso degli anni si è espresso principalmente come musicista, regista, scrittore. Ha vissuto a Milano, Roma, Napoli, Istanbul e Berlino. Attualmente risiede a Palermo.
Nel 2000 esce “Good morning, Pristina! – diario di un giornalista radiofonico tra Kosovo e Serbia”.
In seguito, realizza alcuni documentari indipendenti: “Il ritorno degli Aarch – i villaggi della Cabilia scuotono l’Algeria”, (’60, 2003), “…e il Tigri placido scorre – istantanee dalla Baghdad occupata”, (’70, 2004), “Isti’mariyah – controvento tra Napoli e Baghdad” (’80, 2006) che ricevono diversi premi, tra cui il CMCA di Marsiglia, il SoleLuna film festival di Palermo e in seguito distribuiti in Italia.
Nel 2007 vince il premio della critica “Ilaria Alpi” con il documentario “Stato di paura”, prodotto dall’agenzia televisiva H24, per la quale lavora 4 anni producendo documentari trasmessi da LA7 e Rai3.
Nel 2012 viene presentato al festival di Roma il documentario “L’uomo con il megafono”, (’60) girato a Napoli.
In seguito, realizza i documentari “Il ritmo di Gezi”, (’45, 2014), “Linea de fuga – il circolo di Podemos a Berlino” (’90, 2016) e “Schiavi di riserva” (’35, 2018).
Dal settembre 2018 anima il progetto “Exodus – fuga dalla Libia”, ripreso e pubblicato da decine di testate e riviste internazionali, tra cui “Der Spiegel”, “Russia Today”, “Arte”.
Nell’ottobre 2021 pubblica con l’AntiDiplomatico l’instant book “Simposio afgano”, che raccoglie le conversazioni in rete avute con decine di cittadini afgani in Afghanistan all’indomani della nuova presa del potere da parte dei Talebani.
Di recente uscita il nuovo film-documentario “L’urlo”, che racconta le storie e le conversazioni via internet con centinaia di migranti-schiavi, attraverso audio e video inviati dalla Libia.