L’ombra degli Squali

 

Nell’oceano di procedure c’è una zona grigia dove nuotano gli squali, ma noi ne vediamo solo le ombre…


 

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Prezzo: 14,00 (Iva Inclusa)

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Obiettivo Prevendita

50 Copie

Termine Prevendita

31 Marzo 2025

Consegna Prevista

Aprile 2025

Info Autore

Sesto Giuseppe Santoli

Sesto Giuseppe Santoli

Nasce a Tempio Pausania il 15 maggio del 1984. Cresce nel borgo di Sant’Antonio di Gallura, piccolo centro nel Nord Est sardo immerso tra i boschi di querce da sughero e macchia mediterranea. Durante la maturità scientifica nasce e cresce in lui la passione per la filosofia. In seguito alla laurea triennale a Sassari decide di trasferirsi a Pisa dove, dopo la laurea magistrale, accede al Dottorato di Ricerca che consegue con una tesi su Kant. Capisce a quel punto di voler fare delle esperienze lavorative fuori dal mondo accademico e dopo un Master alla Bocconi inizia a lavorare nel mondo delle Risorse Umane. Contemporaneamente rimane molto legato alla sua terra, in particolar modo alla Gallura e alle sue tradizioni: costituisce un team di ricercatori che realizza il T9 per i cellulari in Lingua Gallurese. Per lavoro e per passione ha visitato molti paesi e vissuto per brevi periodi all’estero. Ora vive tra Milano e il suo piccolo borgo di origine, nella sua doppia veste di filosofo e manager.
Nel 2022 pubblica il suo primo romanzo "La Punga, delitto a Villa di Castro" e nel 2024 "La Reula, il mondo delle ombre" entrambi editi da Gagio Edizioni.

Sinossi

Roger Moretti e Berto Conti, due uomini legati da un segreto inconfessabile, viaggiano da Genova a Milano, il cadavere di Antonio Rossetti nel bagagliaio. Come sono arrivati a questo punto?

Un anno prima, Berto, giovane e promettente talento delle risorse umane, entra sotto l’ala di Roger, un mentore esperto e spietato, maestro della manipolazione e delle dinamiche aziendali più oscure. Roger gli insegna i meccanismi invisibili del potere, un gioco di controllo e seduzione che lui stesso chiama “spingibility”. Ma l’allievo supera il maestro: l’ambizione di Berto cresce rapidamente, attirando l’attenzione dei vertici aziendali.

Quando l’amministratore delegato affida a Roger e Berto un incarico delicato – indagare sui traffici sospetti del direttore della filiale di Genova, Antonio Rossetti – tutto cambia. Quella che sembra una semplice missione di controllo si trasforma in una spirale di eventi imprevedibili, culminando in una notte di sangue e segreti.

Intanto, Barbara Niche, investigatrice esperta in crimini economici, comincia a fare luce su un inquietante traffico illegale tra Genova e Marsiglia, seguendo una scia di contatti ambigui e testimoni reticenti.

Chi si nasconde dietro questi meccanismi? Quali verità vengono celate nel nome del profitto? E soprattutto, a quale prezzo si può mantenere un segreto?

Anteprima

Le luci al neon sopra le scrivanie brillavano fredde e impersonali, riflettendo l’efficienza impeccabile della multinazionale Litro. Ogni dettaglio, dalla moquette perfettamente rasata alle pareti immacolate, urlava controllo. Nessuna crepa, nessuna sbavatura. Ma sotto quella superficie lucida si muoveva un mondo invisibile, fatto di silenzi calcolati e sguardi che comunicavano più delle parole. Era qui che si svolgevano le vere battaglie di potere, in stanze dove i sorrisi erano affilati come lame. Litro, con i suoi migliaia di dipendenti e una rete di punti vendita disseminati nelle principali città italiane, appariva come un colosso intoccabile del beverage. Ma dietro quella facciata di perfezione, c’era un’anima diversa: gerarchie parallele, alleanze sotterranee, equilibri precari da mantenere. Quel giorno, Roger Moretti si alzò dalla sua scrivania con la compostezza di chi aveva già orchestrato molte di queste battaglie. Fece un cenno a Berto Conti, che era diventato la sua ombra nelle ultime settimane. “Oggi ti mostrerò come si gestisce un caso delicato,” disse con un sorriso sottile, quasi distratto, che non raggiunse gli occhi. Berto, ancora acerbo ma già affascinato da quel mondo, lo seguì senza fare domande. “Un caso delicato?” chiese, cercando di interpretare l’intonazione. Roger si fermò un attimo nel corridoio, scrutando l’open space. “A volte, quando un dipendente non capisce che è ora di andarsene, dobbiamo… massaggiarlo.” Berto corrugò la fronte. “Massaggiarlo?” Roger non si degnò di spiegare subito. Proseguì lungo il corridoio, i passi decisi, come se ogni movimento fosse parte di un rituale antico. Arrivarono davanti a una sala riunioni. All’interno, seduti uno di fronte all’altro, c’erano Mark e Sarah. Mark era sulla quarantina, i capelli leggermente spettinati, il colletto della camicia troppo stretto sotto il nodo della cravatta. Guardava nervosamente le sue mani, tamburellando le dita sul tavolo. Sarah, invece, emanava una calma glaciale. Il suo sguardo era fisso, le labbra tese in una linea sottile. Roger entrò, irradiando un’autorità che non aveva bisogno di presentazioni. “Mark, Sarah, grazie per essere qui,” disse con una cordialità che suonava quasi affettuosa. “Questo è Berto, il mio assistente. Sta imparando i trucchi del mestiere.” Mark annuì, stringendo le labbra in quello che voleva essere un sorriso. Sarah si limitò a un cenno appena percettibile. Roger si sedette con calma, invitando gli altri a fare lo stesso. “Allora, Mark, come vanno le cose nel tuo dipartimento?” Mark si schiarì la gola. “Beh, sono un po’ stressato ultimamente. Il carico di lavoro è aumentato e…” “Oh, capisco,” lo interruppe Roger con quella finta empatia che Berto ormai riconosceva. “Sai, stavo giusto parlando con Sarah della ristrutturazione aziendale in corso.” Le parole caddero pesanti, come un macigno. Gli occhi di Mark si spalancarono. “Ristrutturazione?” “Sì, stiamo valutando nuove opportunità per valorizzare le competenze dei nostri collaboratori in ambiti diversi,” continuò Roger, lasciando che la sua voce si insinuasse come un sibilo velenoso. Sarah prese la parola, il suo tono privo di ogni calore. “Ci sono nuove aree che stiamo esplorando. Potrebbe essere un’occasione per te, Mark.” Il volto di Mark impallidì visibilmente. “Ma… io sono soddisfatto del mio ruolo attuale.” Roger si sporse leggermente in avanti, le dita intrecciate sul tavolo. “Sei sicuro, Mark? Perché da quello che mi dice Sarah, sembri un po’… insoddisfatto ultimamente.” “No, no, non è vero,” protestò Mark debolmente, cercando di mantenere il controllo. “È solo che —” “Sai,” lo interruppe Roger, la sua voce ora tagliente come una lama, “in un mercato del lavoro così dinamico, rimanere troppo a lungo nello stesso ruolo può essere… rischioso. Potresti perdere opportunità di crescita.” Il silenzio calò sulla stanza come una coperta soffocante. Berto osservava la scena, trattenendo il respiro. Mark sembrava intrappolato, il corpo rigido, la mente in fuga. “Non vorremmo che le tue competenze diventassero… obsolete,” aggiunse Sarah, con quella falsa preoccupazione che sembrava quasi peggio di un’accusa. Mark deglutì visibilmente, la fronte imperlata di sudore. “Cosa… cosa state cercando di dirmi?” Roger si appoggiò allo schienale, il sorriso tornato sulle sue labbra. “Stiamo dicendo che forse è il momento di considerare nuove strade, Mark. Per il tuo bene, ovviamente.” Mark balbettò qualcosa, ma Roger lo interruppe con un gesto placido. “Prenditi il tempo che ti serve per riflettere. Ma ricorda: Litro non aspetta. E nemmeno noi possiamo farlo per sempre.” Mentre Mark usciva dalla stanza, l’aria sconfitta e gli occhi vuoti, Roger si voltò verso Berto con un sorriso soddisfatto. “Vedi? Questo è un massage ben fatto. Non abbiamo detto nulla di esplicito, ma il messaggio è arrivato forte e chiaro.” Berto annuì, ma dentro di sé avvertiva una fitta di disagio. Tuttavia, una parte di lui era affascinata. E quella parte lo spaventava. 

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